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Jerry Calà Capannina 2020

Jerry Calà inizia il nuovo anno a Forte dei Marmi con protagonista del Capodanno Capannina 2020.

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Jerry Calà Capannina 2020.

  • Martedì 31 Dicembre

Queste sono TUTTE le date in Versilia di Jerry Calà Capannina di Franceschi previste al momento.

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Prezzi Capannina serate con Jerry Calà.

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Per il 31 Dicembre vedi i prezzi Capodanno Capannina. Questi si riferiscono ad altre serate.

Dalle 21.00

  • Cena con tavolo per lo spettacolo (tavoli migliori) 80€ a testa+ costo delle bottiglie dopocena da fissare al momento della prenotazione
  • Cena con tavolo per lo spettacolo (tavoli standard) 80€ a testa
  • Cena con ingresso 60€ a testa

Mercoledì 14 e 21 Agosto, previste speciali condizioni, contatta il ☎ 347.477.477.2 per conoscerle,

Da mezzanotte

  • Tavoli pista (1ma e 2da fila) da 500€ 
  • Tavoli terrazzino da 400€
  • Rialzato frontepalco da 400€
  • Tavoli giardino (no vista spettacolo) da 400€
  • Tavoli guardaroba da 300€
  • Tavoli piano superiore da 300€
  • Tavoli piano bar (no vista spettacolo) da 500€
  • Tavoli saletta (no vista spettacolo) da 300€

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Sapore di mare 2020 Jerry Cala Capannina di Franceschi a Forte dei Marmi.


Il cabarettista, attore, cantante siciliano trapiantato a Verona, ha torna nella “sua” Capannina per l’Estate 2020.

Jerry Calà giunge alle sua 24° stagione consecutiva nella discoteca di Forte dei Marmi, un vero e proprio record che sarà festeggiato con uno spettacolo pirotecnico. “Ci saranno novità nel nostro format – afferma l’ex gatto di Vicolo Miracoli – e sono convinto che l’affetto ed il gradimento che il mio pubblico non smette mai di manifestarmi questa sera sarà moltiplicato all’ennesima potenza. Ringrazio Gherardo Guidi e la moglie Carla – conclude Calà – perché il connubio tra me ed il loro locale anno dopo anno si è fatto sempre più stretto ed esaltante”.

Jerry Calà Capannina e non solo.

jerry calà capannina di franceschi

Biografia del Jerry nazionale.

Jerry Calà, pseudonimo di Calogero Alessandro Augusto Calà (Catania, 28 giugno 1951), è un attore, regista, comico, cabarettista, sceneggiatore e cantante italiano.

Componente del gruppo cabarettistico I Gatti di Vicolo Miracoli agli albori della sua carriera, ha raggiunto la definitiva popolarità negli anni ottanta interpretando numerose commedie di successo e divenendo parte dei volti più noti della commedia italiana dell’epoca[1]

Si è cimentato anche in alcuni ruoli drammatici collaborando con Gian Luigi Polidoro (Sottozero, sceneggiato da Rodolfo Sonego), Pupi Avati (l’episodio d’apertura di Sposi) e Marco Ferreri, vincendo sotto la regia di quest’ultimo il Premio del Gotha della Critica italiana come miglior attore al Festival internazionale del cinema di Berlino nel 1993, per la sua interpretazione in Diario di un vizio.

Primi anni

jerry calà dal vivo

« La comicità nasce da una situazione tragica: uno cade su una buccia di banana e si fa male. A noi comici tocca la fatica di ribaltare la tragedia in commedia, la battuta per noi è un’ossessione. Forse è per questo che ci viene facile interpretare ruoli drammatici, perché abbiamo uno sforzo in meno da fare. Gli attori drammatici, invece, devono fare uno sforzo in più. »

Jerry Calà nasce a Catania da Salvatore Calà e Maria Rosa Fichera, entrambi originari di San Cataldo, in provincia di Caltanissetta. All’età di due anni, a causa del lavoro del padre ferroviere, si trasferisce con la famiglia dapprima a Milano, dove frequenta le scuole elementari e in seguito definitivamente a Verona, dove ultima le scuole medie e consegue il diploma presso l’Istituto superiore Aleardo Aleardi, dopo aver frequentato nei precedenti quattro anni il liceo classico Scipione Maffei.[5][7] È a Milano che Calogero assume il soprannome di Jerry, datogli scherzosamente da alcuni compagni di scuola divertiti dalle sue imitazioni di Jerry Lewis.[5]

Negli anni veronesi entra a far parte della formazione beat adolescenziale Pick-ut, che però presto abbandona per entrare nel maggiormente consolidato gruppo beat Le Ombre. Frequentando il Maffei entra inizialmente nel gruppo teatrale e canoro Studio 24, da cui usciranno nel 1971 I Gatti di Vicolo Miracoli. Ma Calà esce dagli Studio 24, prima per terminare gli studi superiori e conseguire il diploma, poi perché trasferitosi a Bologna per frequentare l’Università, iscrivendosi a Lettere Antiche, ma non riuscendo a terminare gli studi.[5]

Gli esordi con I Gatti di Vicolo Miracoli.

jerry calà capannina versilia

Tornato a Verona Jerry Calà viene coinvolto da Umberto Smaila nella formazione di un nuovo gruppo teatrale e musicale composto dai reduci rimasti dello Studio 24, che comprende anche Nini Salerno, Gianandrea Gazzola, Spray Mallaby e Franco Oppini.[5] Quest’ultimo tuttavia ne fuoriesce subito per rientrare nel 1974 sostituendo Gazzola e Mallaby.[5]

Agli inizi del 1971 il gruppo prende così il nome de I Gatti di Vicolo Miracoli, trasferendosi prima a Roma e poi a Milano dove, scoperto da Cino Tortorella, viene lanciato dal Derby.[5] I “Gatti” approdano in seguito alla televisione, raggiungendo il successo nel 1977 con la partecipazione al programma Non stop diretto da Enzo Trapani.[5]

I Gatti di Vicolo Miracoli incidono tre album e numerosi singoli, tra cui Prova, Capito?! e Ciao, ispirati ai tormentoni lanciati da Calà in televisione. Nel 1980 i “Gatti” debuttano al cinema nella pellicola di Carlo Vanzina Arrivano i gatti, cui fa seguito l’anno successivo Una vacanza bestiale. Ambedue i film si rivelano dei successi[5] e la Dean Film, assieme ai fratelli Carlo ed Enrico Vanzina, offre un contratto a Jerry Calà per ulteriori tre film da solista.

La carriera come attore

Jerry Calà insieme a Ezio Greggio, Massimo Boldi e Christian De Sica sul set di Yuppies – I giovani di successo
« Degli anni ’80 manca l’entusiasmo che aleggiava nell’aria. Erano gli anni del rischio, anni in cui ci si buttava in imprese folli. Gli yuppies erano dei cazzoni, ma avevano tanta voglia di fare. Io negli anni ottanta recitavo in Vado a vivere da solo: c’era voglia di affrancarsi. Oggi i ragazzi sono troppo protetti, le famiglie sono troppo ingombranti e non danno loro la possibilità di andarsi a conquistare il proprio futuro. »

A seguito del grande successo ottenuto dal film di Carlo Vanzina I fichissimi (1981)[9], di cui è protagonista assieme a Diego Abatantuono, Calà lascia I Gatti di Vicolo Miracoli convinto dall’amico e collega Bud Spencer sul set di Bomber (1982) di Michele Lupo[5], lanciando così la propria carriera cinematografica solista col contributo di Claudio Bonivento, il suo agente dell’epoca. Da allora interpreta numerosi film comici di successo, a partire da Vado a vivere da solo, il suo primo film da protagonista assoluto, diretto nello stesso anno da un esordiente Marco Risi e per il quale compone anche l’omonimo 45 giri.

Seguono poi nel 1983 altre due pellicole di Vanzina, Sapore di mare e Vacanze di Natale, che, grazie a un grande successo al botteghino, ne consacrano definitivamente la carriera di attore[10][11]. Nel primo film interpreta Luca, un ricco e viziato “figlio di papà” alle prese con le vacanze estive a Forte dei Marmi; nel secondo Billo, cantante e pianista donnaiolo che lavora presso il piano bar del Vip Club di Cortina d’Ampezzo, entrambi tra i suoi personaggi più celebri[2].

Prosegue il sodalizio cinematografico con Vanzina nel 1984, quando esce nelle sale Vacanze in America, che si rivela anch’esso un successo economico, pur non riuscendo a eguagliare l’incasso del precedente Vacanze di Natale, a causa dello scontro al botteghino con Non ci resta che piangere dell’accoppiata Benigni-Troisi[12]. Nel 1986 è poi la volta di Yuppies – I giovani di successo, sempre di Vanzina, dove interpreta Giacomo, caricatura dell’imprenditore meneghino della Milano da bere. A distanza di pochi mesi esce nelle sale anche Yuppies 2, stavolta diretto da Enrico Oldoini, che diventa il suo maggior successo commerciale con un introito di quattordici miliardi di lire[13].

Altri celebri film interpretati da Jerry Calà negli anni ottanta sono: Al bar dello sport (1983) e Domani mi sposo (1984) di Francesco Massaro; Un ragazzo e una ragazza (1984) e Colpo di fulmine (1985) di Marco Risi; Il ragazzo del Pony Express (1986) di Franco Amurri, per il quale incide assieme a Umberto Smaila il singolo Pony Express Time; Rimini Rimini (1987) di Sergio Corbucci; Delitti e profumi (1988) di Vittorio De Sisti (per il quale l’anno precedente era già stato protagonista della serie TVin sei episodi Professione vacanze); Fratelli d’Italia (1989) di Neri Parenti. In questo decennio di attività nel cinema, inoltre, lancia altri tormentoni divenuti molto popolari.

Successivamente rifiuta il contratto a lui offerto da Aurelio De Laurentiis, produttore di alcuni dei suoi film di maggior successo, a causa di divergenze creative ed economiche, allontanandosi quindi artisticamente dai suoi amici e colleghi Massimo Boldi e Christian De Sica, che resteranno così gli unici protagonisti dei “cinepanettoni”[5]. Si rilancia quindi al cinema col film Abbronzatissimi (1991), diretto da Bruno Gaburro, anch’esso tra i suoi più rilevanti esiti e che si rivela un successo economico con 4 miliardi di lire d’introito[14].

La svolta drammatica

« Una delle mie più grandi soddisfazioni l’ho avuta in Germania, durante la presentazione del film Diario di un vizio al Festival del cinema di Berlino, quando un uomo mi ferma per strada dicendomi: “dev’essere motivo di grande orgoglio aver fatto dei film come i suoi, in più un giorno potrà raccontare a suo figlio di aver vinto questo prestigioso premio – poi si toglie il cappello e mi stringe la mano – Piacere, Wim Wenders”. Quando mio figlio avrà l’età per sapere chi è Wim Wenders glielo racconterò. »

Sempre nel 1993 si affaccia al cinema d’autore col grottesco Diario di un vizio diretto da Marco Ferreri, in un per lui inedito ruolo drammatico. Nel film interpreta infatti Benito Balducci, uomo romano disturbato mentalmente a cui rimangono sempre meno mesi di vitalità a causa del suo pessimo stile esistenziale, interpretazione che gli vale il premio del gotha della critica italiana come miglior attore al Festival internazionale del cinema di Berlino[5]. A Berlinoriceve anche il plauso di Natalia Aspesi e Aldo Grasso, oltre alle scuse di molti dei critici che in passato avevano stroncato buona parte dei suoi lavori definendoli leggeri e goliardici.

Malgrado le scuse, però, questi ultimi avrebbero ripreso a stroncare i lavori di Calà appena si sarebbe conclusa la breve parentesi drammatica[6]. Nonostante il plauso al Festival di Berlino, quando Diario di un vizio esce in sala non si rivela un successo economico e registra un incasso nettamente inferiore alla media delle commedie che era solito interpretare Calà. Questo gli rende difficile il salto nel cinema d’autore e lo fa cadere in un periodo di depressione: infatti nonostante i favori dei critici nei confronti della sua interpretazione e, in generale, del film che è divenuto materia di studio negli indirizzi cinematografici delle università[16][17], i registi drammatici continuano a snobbarlo ritenendolo troppo legato al cinema comico.

L’unica proposta che arriva è quella di Cecchi Gori per girare Abbronzatissimi 2 – Un anno dopo, sempre sotto la regia di Gaburro: Calà si dice inizialmente scettico e chiede così un consiglio proprio a Marco Ferreri, il quale gli risponde di non montarsi la testa e di interpretare assolutamente il sequel di Abbronzatissimi perché, a detta sua, l’attore è come una prostituta e deve accettare ogni ruolo indipendentemente dal genere[5].

Il debutto alla regia e il grave incidente

« Avevo preso un’altra strada, avevo deciso di non lavorare più per le grandi produzioni. Insomma, alla tenera età di quarantatré anni divenni ciò che certi musicisti fanno da giovani prima di essere scoperti dalle major discografiche. Divenni indie. Divenni indipendente. Un folle e sperimentale regista indie. »

Nel 1994, dopo aver abbandonato la regia di un biopic drammatico sull’allora leader della Lega Nord Umberto Bossi – intitolato Il Longobardo – per via di divergenze creative con la RAI[18], rifiuta inizialmente quella di Chicken Park, parodia demenziale dello spielberghiano Jurassic Park, per poi invece cedere alle insistenti proposte del produttore Galliano Juso e finendo così con il dirigere per la prima volta sé stesso. La pellicola, presentata alla quattordicesima edizione del Fantafestival[19] di Roma, diventa un vero e proprio culto[20] e viene trasmessa in prima serata su Italia 1 nel 1995 registrando un auditel di 4 milioni di telespettatori[21].

Proprio durante la fase del montaggio di Chicken Park, è al centro di un grave incidente stradale a Verona, sul lungàdige, dove rischia di perdere la vita a causa della rottura dell’arteria femorale. Viene tuttavia trovato e operato in tempo all’Ospedale di Borgo Trento, sempre a Verona[22], tornando a camminare appunto nel 1995 dopo aver passato sei mesi spostandosi con l’ausilio di una sedia a rotelle. Durante questo periodo Calà rilascia alcune dichiarazioni sulle difficoltà di accesso a diversi servizi da parte dei disabili nella città di Roma[5].

La ripresa nella seconda metà degli anni novanta

Nel 1995 esce il secondo film di cui cura anche la regia, Ragazzi della notte, ambientato nelle discoteche sul Lago di Garda e col quale si riallaccia al genere drammatico. L’opera approda nelle sale in 40 copie e incassa quasi un miliardo di lire[14].

Due anni dopo torna dietro la macchina da presa col film Gli inaffidabili, interpretato assieme ai ritrovati Gatti di Vicolo Miracoli. La pellicola non riesce a replicare il successo del precedente Ragazzi della notte, incassando appena 163 milioni di lire al botteghino.[14]

Successivamente si allontana dal mondo del cinema, lanciandosi come cantante e showman in una serie di spettacoli che, attraverso le colonne sonore dei suoi film più celebri, ripercorrono la sua carriera mischiando musica e cabaret. Il nuovo mestiere si rivela, a detta sua, molto gratificante[23] e lo spettacolo approda anche in teatro, oltre che nelle varie piazze e locali d’Italia, tanto da spingerlo a pubblicare gli album E mi ritorni in mente (2001) e Gran Calà – Anni ’60 (2004), entrambi composti da brani musicali presenti appunto negli omonimi spettacoli teatrali. Ancora per il palcoscenico, nel 2002 interpreta la versione teatrale del celebre film Amici miei assieme a Franco Oppini e Nini Salerno, sotto la regia dello stesso Mario Monicelli[24].

Sempre alla fine degli anni novanta, riprende a recitare per il piccolo schermo con i film per la televisione Non chiamatemi papà (1997), di Nini Salerno, e Amici di ghiaccio – Death Run(1999), di Curt M. Faudon, oltre alla fiction in quattro episodi Anni ’60, diretta da Carlo Vanzina e trasmessa in prima visione su Canale 5 dal 3 al 24 ottobre dello stesso anno.

Il ritorno sul grande schermo e le successive attività.

« L’estate non è una stagione, ma uno stato d’animo »
Nel 2006, dopo ben nove anni di assenza, torna al cinema come regista e interprete del film Vita Smeralda, in cui si riallaccia idealmente a uno dei suoi più grandi successi da attore, Sapore di mare, volendo mostrare il grosso cambiamento delle generazioni e degli adolescenti nel corso degli anni. Accompagnata dall’omonimo singolo, che si diffonde in rete e in radio, la pellicola esce il 14 luglio di quell’anno distribuita dalla Medusa Film. Nello stesso anno la Hobby & Work Publishing dà alle stampe la collana Jerry Calà Movies Collection, che ripropone mensilmente in home video i suoi maggiori successi assieme a un magazine contenente informazioni e curiosità sui film e sulla sua carriera.[12]

Oltre a debuttare nel doppiaggio, prestando la voce allo specchio magico nella versione italiana del film d’animazione USA Biancaneve e gli 007 nani (2009), continua ad autodirigersi in Torno a vivere da solo (2008), ideale sequel di Vado a vivere da solo presentato in concorso al Monte-Carlo Film Festival de la Comédie, mentre del televisivo Pipì Room (2011), ambientato nel mondo delle discoteche milanesi richiamandosi al suo Ragazzi della notte, egli è soltanto regista.

Jerry Calà sul set del suo film Odissea nell’ospizio
Il 28 giugno dello stesso anno, in occasione del suo sessantesimo compleanno, celebra i quarant’anni di carriera esibendosi al Teatro romano di Verona col suo show Non sono bello…piaccio![25], che poco dopo viene distribuito in Home Video appunto col titolo Non sono bello, piaccio! – 40 anni di carriera.[26] Nella stessa estate apre il locale Vita Smeralda a Poltu Quatu, nella Costa Smeralda della Sardegna[27], dove si esibisce fino a quando nel 2013 il locale chiude[28], per riaprire quattro anni dopo a Porto Rotondo[29].

Nel 2012 è di nuovo al cinema – stavolta solamente come interprete – con i film Operazione vacanze di Claudio Fragasso ed E io non pago – L’Italia dei furbetti di Alessandro Capone, per i quali pubblica gli omonimi singoli.

Attraverso una collaborazione con J-Ax tramite il programma Sorci verdi, il 23 novembre 2015 pubblica online il singolo rap Ocio, con il quale supera le due milioni e mezzo di visualizzazioni su Facebook.

Il 19 aprile 2016 esce nelle librerie italiane la sua autobiografia Una vita da libidine pubblicata da Sperling & Kupfer, scritta in collaborazione con Tommaso Labranca[5] e che ispirerà il titolo dell’omonimo show teatrale partito l’anno successivo.[31] Il 13 giugno dello stesso anno è ospite al Taormina Film Fest, dove riceve il Premio Cariddi e annuncia ufficialmente l’inizio delle riprese del film Odissea nell’ospizio, nel quale torna a dirigersi assieme agli altri Gatti di Vicolo Miracoli.[32] Il 19 dicembre viene pubblicato online il videoclip del singolo Ultimo de Il Pagante, di cui Calà è protagonista. Il video raggiunge le 5,4 milioni di visualizzazioni su YouTube.

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