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Foto Bussola: 3 Agosto

Foto Bussola: Sabato in Versilia.

Immagini Tattoo Contest Versilia 2013 alla discoteca Bussola.

Una notte di musica e divertimento che conferma alla Bussola il titolo di “Discoteca dell’Estate in Versilia

Feste a tema, dj set a bordopiscina, discoteca sulla spiaggia… Le serate della Bussola accendono letteralmente il mese di agosto tra Forte dei Marmi e Viareggio.
Per scoprirle tutte e partecipare con il massimo dei vantaggi, riserva ora la tua lista, il tuo tavolo o la tua cena e godi degli stessi vantaggi che La Bussola offre ai suoi migliori ospiti:

  • scrivi un SMS, contatta via WhatsApp o chiama ora il 347.477.477.2 risponde Luca;
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Ricordati, una telefonata, un messaggio, una mail possono fare davvero la differenza nella tua serata: farti evitare la fila, farti godere delle promozioni “cena + dopocena” in corso, farti assegnare le migliori e più ambite posizioni del locale per il tuo tavolo.

Primo concorso di tatuaggi in Versilia: vince Jacopo Gabrielli

Le notti della Bussola entusiasmano il popolo della Versilia. Sabato sera la conferma con la prima edizione del ‘Tattoo Contest’. Competizione che ha visto la partecipazione di giovani e meno giovani provenienti da tutta la Toscana, accomunati dal fatto di possedere originali e creativi tatuaggi impressi sul proprio corpo.
I partecipanti si sono sfidati di fronte ad una giuria di esperti tatuatori (Lele Tattoo, Nick di Amici per la Pelle, Lorenzo delle Chincagliere e lo studio Admiral di Marina di Massa). La giuria ha valutato i migliori tatuaggi in base a dei criteri pre-definiti. Vincitore assoluto, che si è aggiudicato un assegno dal valore di 500 euro, Jacopo Gabrielli, a seguirlo Alice Lamberti, Dario Puccinelli e Sara Miss Stress, che hanno vinto dei tatuaggi presso gli studi partner dell’evento.

Ecco alcune delle foto di Lorenzo Pagano, fotografo ufficiale Bussola, della serata. Per sapere quando saranno tutte online:

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Agosto alla Bussola

Agosto in Versilia, Agosto alla Bussola.

Sabato competizione di tatuaggi, tutte le domeniche Tenax, ferragosto con la Troya di Ibiza e tantissimi altri appuntamenti

Il mese di agosto per la discoteca Bussola Versilia si preannuncia sensazionale. Una location unica che sarà popolata di special guest, animazione travolgente, feste a tema, party speciali e tanto divertimento. Per informazioni e prenotazioni di tutte le serate firmate Bussola in Versilia:

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E per non perderti una foto, un video, una festa o una news, segui La Bussola con www.DiscotecheVersilia.it

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Sabato Versilia

tatuaggi versilia

Sabato 3 agosto ‘Tattoo Contest’, imperdibile appuntamento per appassionati di tatuaggi o semplicemente curiosi accomunati dalla voglia di vivere una serata ‘sopra le righe’: a partire dalle ore 23 i partecipanti sfileranno di fronte ad una giuria di esperti tatuatori (Lele Tattoo, Nick di Amici per la Pelle, Lorenzo delle Chincagliere – di Viareggio- e lo studio Admiral di Marina di Massa). La giuria valuterà i migliori tatuaggi in base a dei criteri pre-definiti. Al vincitore andrà un assegno dal valore di 500 euro, al secondo, terzo e quarto classificato dei tatuaggi presso gli studi partner dell’evento.

Tenax Firenze & Bussola Versilia

tenax

Si prosegue domenica 4 agosto con la grande inaugurazione della rassegna di musica house ‘Tenax Beach’, nuova realtà musicale che nasce in collaborazione con la discoteca Tenax di Firenze, Reflex Booking, Glauco Ghelardoni Groups Events e Mora Mora After Tea. In consolle per tutte le domeniche di agosto il leader dei Planet Funk e deejay affermato Alex Neri. Ad affiancarlo uno dei produttori più importanti al mondo e proprietario dell’etichetta ‘Ocean Trax’ Gianni Bini insieme a Franco Baldaccini. (L’ingresso alla serata è libero e riservato ai maggiori di 18 anni con rigida selezione).

Ferragosto in Versilia con La Troya Ibiza

La Troya di Ibiza

Ma le sorprese non finiscono qui: dopo il successo di Pasqua, giovedì 15 agosto il fascino dell’isola più ‘In’ del Mediterraneo si materializzerà ancora una volta nella storica discoteca di Focette: il party della Troya di Ibiza, il più famoso al mondo, tornerà in esclusiva grazie al Glauco Ghelardoni Group Events Production, sorprendendo il pubblico con una scenografia davvero eccezionale. Special Guest, direttamente dall’Amnesia di Ibiza, Les Schmitz e Kris Malavaka.

Giovedì Bussola

giovedì versilia

Tutti i giovedì – fino a settembre – ‘Certe Notti’ continuerà ad essere un appuntamento fisso, evento che si contraddistingue per la capacità di unire generazioni diverse, dando la possibilità di spaziare fra svariati generi musicali: dance, commerciale, house e revival. La Bussola Garden, elegante spazio a bordo piscina completamente rinnovato, e l’area ‘On The Beach’, che sorge direttamente sulla spiaggia, saranno le location ideali per vivere a 360 gradi gli eventi estivi della Bussola.

Concorso di tatuaggi alla Bussola.

La discoteca Bussola presenta il Tattoo Contest 2013

Sabato 3 Agosto in discoteca a Marina di Pietrasanta a confine con Lido di Camaiore, esattamente a metà strada tra Forte dei Marmi e Viareggio.

I tatuati e i tatuatori della Versilia, della Toscana e d’Italia si sfidano nel locale simbolo dell’estate 2013.
In palio 500 euro al vincitore e tatuaggi del valore di 400 e 100 euro per il secondo e terzo classificato.

Per iscrizioni e informazioni sul Tattoo Contest, scrivi a info@discotecheversilia.it 
indica un cellulare se vuoi ricevere una risposta tempestiva.

tatuaggi bussola

 

Fai gareggiare il tuo tatuaggio e vinci!
E se sei un tatuatore, questa è l’occasione che fa per te per promuovere la tua attività e farti conoscere da migliaia di ragazzi e ragazze che frequentano la Versilia, tutto l’anno.

Tatuaggio

da wikipedia l’enciclopedia libera

Il tatuaggio (dal samoano tatau) è sia una tecnica di decorazione (più spesso di pittura) corporale dell’uomo, sia la decorazione prodotta con tale tecnica. Tradizionalmente la decorazione è destinata a durare per molto tempo, ma in tempi recenti sono state inventate tecniche per realizzare tatuaggi temporanei.

Nella sua forma più diffusa, la tecnica consiste nell’incidere la pelle ritardandone la cicatrizzazione con sostanze particolari (più precisamente è chiamata scarificazione) o nell’eseguire punture con l’introduzione di sostanze coloranti nelle ferite.

Origini del tatuaggio

Guerrieri Timucua tatuati nella Florida del 1562.

Tatuaggio sul volto di un maori, fotografia fine secolo XIX

Il tatuaggio è stato impiegato presso moltissime culture, sia antiche che contemporanee, accompagnando l’uomo per gran parte della sua esistenza; a seconda degli ambiti in cui esso è radicato, ha potuto rappresentare sia una sorta di carta d’identità dell’individuo, che un rito di passaggio, ad esempio, all’età adulta.

Tatuaggi terapeutici sono stati ritrovati sulla Mummia del Similaun (ca. 3300 a.C.) ritrovata nel 1991 sulle Alpi italiane, altro ritrovamento con tatuaggi anche piuttosto complessi è quello dell'”uomo di Pazyryk” nell’Asia centrale con complicati tatuaggi rappresentanti animali o quello della principessa di Ukokdatabile intorno al 500 a.C. che rappresenta un animale immaginario (cervo e grifone) di un alto livello artistico, arrivato quasi intatto a noi grazie alla permanenza nel permafrost.[1] Tra le civiltà antiche in cui si sviluppò il tatuaggio fu l’Egitto ma anche l’antica Roma, dove venne vietato dall’imperatore Costantino, a seguito della sua conversione al Cristianesimo (“Non vi farete incisioni nella carne per un defunto, né vi farete tatuaggi addosso. Io sono il Signore” Levitico 19.28′). È peraltro da rilevare che, prima che il Cristianesimo divenisse religione lecita e, successivamente religione di Stato, molti cristiani si tatuavano sulla pelle simboli religiosi per marcare la propria identità spirituale.

È inoltre attestata nel Medioevo l’usanza dei pellegrini di tatuarsi con simboli religiosi dei santuari visitati, particolarmente quello di Loreto. Fra i cristiani la pratica del tatuaggio è diffusa fra i copti monofisiti. Col tatuaggio i copti rimarcano la propria identità cristiana, i soggetti sono solitamente la croce copta, lanatività ed il Santo Mar Corios, martirizzato sotto Diocleziano e rappresentato in sella ad un cavallo con un bambino.[2] La Religione ebraica vieta tutti i tatuaggi permanenti, come prescritto del Levitico (Vaikrà) (19, 28). In particolare, l’Ebraismo vieta ogni incisione accompagnata da una marca indelebile di inchiostro o di altro materiale che lasci una traccia permanente. Anche la Religione musulmana vieta tutti i tatuaggi permanenti, come spiegato da diversiahadith del profeta Maometto, sono consentiti solo i tatuaggi temporanei fatti per mezzo dell’henna, pigmento organico di color rosso-amaranto, ricavato dalla pianta della “Lawsonia inermis”, “Henna” in arabo. Nella tradizione araba e anche in quella indiana sono le donne a tatuarsi con l’henna, sia le mani che i piedi; molte spose vengono completamente tatuate per la loro prima notte di nozze, infatti la sera prima delle nozze viene chiamata “Lelet al Henna” (la notte dell’henna). I tatuaggi d’henna sono estremamente decorativi, quasi sempre con motivi floreali stilizzati; quelli molto elaborati finiscono per sembrare delle opere d’arte che hanno la durata media di qualche settimana di vita. Gli uomini musulmani, specialmente i fervidi praticanti sunniti, usano l’henna per tingersi i capelli, la barba, il palmo delle mani e dei piedi; agli uomini non è consentito fare tatuaggi decorativi neanche con l’henna. Comunque c’è da dire che tra i contadini egiziani (usanza molto probabilmente derivante dall’Antico Egitto) ed i nomadi musulmani (per lo più quelli sciiti) sia le donne che i bimbi particolarmente belli, vengono tatuati in maniera permanente con piccoli cerchietti o sottili linee verticali, sia sul mento che tra le due sopracciglia. È un’usanza di tipo scaramantica, infatti il colore con cui si tatuano è l’azzurro, il colore scaramantico per eccellenza fin dal tempo dei faraoni.

Altri popoli che svilupparono propri stili e significati furono quelli legati alla sfera dell’Oceania, in cui ogni particolare zona, nonostante le similitudini, ha tratti caratteristici ben definiti. Famosi quelli Maori, quelli dei popoli del monte Hagen, giapponesi, cinesi e gli Inuit anche se praticamente ogni popolazione aveva suoi caratteristici simboli e significati.

Nella zona europea il tatuaggio venne reintrodotto successivamente alle esplorazioni oceaniche del XVIII secolo, che fecero conoscere gli usi degli abitanti dell’Oceania. Alla fine del XIX secolo l’uso di tatuarsi si diffuse anche fra le classi aristocratiche europee, tatuati celebri furono, ad esempio, lo Zar Nicola II e Sir Winston Churchill. È da segnalare che il criminologo Cesare Lombroso ritenne, in un’epoca di positivismo, essere il tatuaggio segno di personalità delinquente. La diffusione del tatuaggio in tutti gli strati sociali e fra le persone più diverse negli ultimi trent’anni relega tali considerazioni criminologiche a mera curiosità storica.

Il tatuaggio in Italia

Preistoria

La pratica del tatuaggio era diffusa già nell’Italia preistorica come testimonia la mummia di Oetzi, i cui resti sono stati rinvenuti nel ghiacciaio del Similaun nel 1992. Ma le testimonianze sull’effettiva continuità della pratica del tatuaggio sono sporadiche. In genere le popolazioni protoceltiche e Liguri erano dedite a tali pratiche.

Antica Roma

Plinio e Svetonio testimoniano che gli schiavi romani venivano marchiati con le iniziali del proprio padrone o, nel caso fossero stati sorpresi a rubare, erano marchiati a fuoco sulla fronte. Lo stesso supplizio venne inflitto ad alcuni martiri cristiani, come Teofane e Teodosio.

Lo praticavano i soldati romani che furono influenzati dalle usanze dei Britanni, con i loro corpi dipinti, e dai Traci, feroci gladiatori spesso tatuati come testimonia Erodoto, al punto che i legionari iniziarono tatuarsi il nome dell’Imperatore, sebbene la pratica fosse malvista dalle autorità.

Il fatto che Costantino nel 325 d.C. abbia proibito il tatuaggio sul viso ai cristiani di tutto l’Impero Romano perché ”deturpava ciò che era stato creato ad immagine di Dio” fa pensare che ci fosse l’abitudine da parte dei primi cristiani di marchiarsi per testimoniare la propria fede.

Proibizione

Il tatuaggio venne di fatto definitivamente proibito da Papa Adriano I nel 787 durante il Concilio di Nicea e tale veto venne ribadito da successive bolle papali, tanto che questa pratica scompare in ogni cronaca del tempo.

Clandestinità

Nonostante il divieto ufficiale, l’abitudine a segnare indelebilmente il corpo sopravvisse, spesso in clandestinità, soprattutto nelle classi meno abbienti, fra i soldati e in alcuni luoghi di culto cristiani come il Santuario di Loreto. Qui, fino alla metà degli anni Cinquanta, esistevano i frati marcatori, ovvero frati che incidevano piccoli segni devozionali fra i pellegrini.

I segni tatuati nel Santuario di Loreto venivano effettuati sui polsi o sulle mani ed erano simboli cristiani o soggetti “amorosi”: i primi, inizialmente molto semplici come una croce o come la rappresentazione delle stigmate, si fecero via via sempre più complessi come la stilizzazione della stessa Madonna di Loreto, simboli del proprio ordine religioso, oppure segni marinareschi poiché i marinai erano i primi difensori della costa adriatica contro gli invasori turchi.

Gli attacchi dei pirati inducevano anche gli abitanti della costa a tatuarsi segni cristiani poiché, in caso di morte violenta, sarebbero stati riconosciuti come fedeli e dunque sepolti in terra consacrata.

I tatuaggi a carattere “amoroso” erano invece effettuati dalle spose come promessa a Dio e augurio e contemplavano soggetti come due cuori trafitti, frasi o il simbolo dello Spirito Santo. Anche le vedove si tatuavano, in ricordo del defunto, soggetti come il teschio con le tibie incrociate, il nome del morto o la frase “memento mori”.

L’inizio della tradizione dei marcatori di Loreto non ha date precise ma si hanno testimonianze di questa pratica già alla fine del XVI secolo. Spesso anche i Crociati o i pellegrini in visita al Santo Sepolcro di Gerusalemme usavano tatuarsi simboli cristiani poiché, nel timore di essere assaliti e spogliati di ogni bene, anche oggetti sacri, potessero garantirsi una sepoltura in terra sacra.

Lombroso

Il tatuaggio riemerge dall’ombra nella seconda metà del XIX secolo, con la pubblicazione, nel 1876, del saggio L’uomo delinquente di Cesare Lombroso. Egli mette in stretta correlazione il tatuaggio e la degenerazione morale innata del delinquente: il segno tatuato è fra quelle anomalie anatomiche in grado di far riconoscere il tipo antropologico del delinquente. Il delinquente natomostra specifiche caratteristiche antropologiche che lo avvicinano agli animali e agli uomini primitivi e l’atto di tauarsi di criminali recidivi è sintomo di una regressione allo stato primitivo e selvatico. L’uomo delinquente però è anche un catalogo approfondito di tutte le tipologie di tatuaggio che potevano essere reperite all’epoca: il saggio è ricco di descrizioni di tatuaggi e delle storie degli uomini che li portano, soldati ma suprattutto detenuti, criminali e disertori, fornendo così un ampio squarcio sulle usanze del tempo.

Lombroso cataloga i tatuaggi in segno d’amore (iniziali, cuori, versi); simboli di guerra (date, armi, stemmi); segni legati al mestiere (strumenti di lavoro, strumenti musicali) animali (serpenti, cavalli, uccelli); tatuaggi di soggetto religioso (croci, Cristi, Madonne, Santi). In seguito alla diffusione delle teorie di Cesare Lombroso, il tatuaggio subisce un’ulteriore censura ed è per questo che, contrariamente ad altri paesi occidentali, non nascono studi e botteghe professionali fino alla fine degli anni ’70.

Nobiltà

Malgrado la censura di Lombroso, il tatuaggio viene praticato sia in alcuni luoghi specifici come il Santuario di Loreto e sia presso le famiglie aristocratiche, tra cui spiccano i Savoia e i D’aosta. Fra questi Amedeo di Savoia-Aosta eroe di Amba Alagi, Aimone di Savoia re di Croazia e sua Moglie Irene di Grecia, Elena di Francia moglie di Emanuele di Savoia-Aosta, Vittorio Emanuele, Maria Beatrice e Maria Gabriella figli di Umberto II di Savoia

Riscoperta

Dalla fine degli anni ’60 – inizio anni ’70 in poi la cultura del tatuaggio ha conosciuto una progressiva diffusione, prima nelle sottoculture giovani hippy e fra i motociclisti e poi ha conquistato lentamente ogni strato sociale e ogni fascia d’età.

Boom

Fra gli anni ’70 e gli anni ’80 si affacciano sulla scena italiana i primi tatuatori professionisti, artisti pionieri della tattoo art in questo paese: a Milano Gian Maurizio Fercioni che apre il suo Queequeq Tattoo in zona Brera nel 1970; Mino Spadaccini, che apre il suo primo studio, sempre a Milano, nel 1971; Gippi Rondinella che inizia con il Tattoo Art Studio di Fregene e poi, nel 1986, fonda a Roma il primo studio della città, il Tattooing Demon Studio; Ciccio Panzacchi che lavora a Bologna fin dagli anni ’70; Tommaso Buglioni, Tom Tattoo, ad Ancona, attivo fin dal 1982 e collaboratore dell’iniziativa editoriale “Il Segno di Caino” con Gippi Rondinella nel 1985, che apre il suo studio su strada nel 1987; a Bologna Marco Leoni, che poi si trasferirà a San Paolo dove aprirà, nel 1980/81 un tattoo studio con Ciccio Panzacchi, e Marco Pisa; Giorgio e Nando Marini a Torino. La prima tattoo convention internazionale italiana si tenne a Roma, ai Mercati Traianei nel 1985 organizzata (con il patrocinio di Renato Nicolini e l’Assessorato alla Cultura di Roma) da Simona Carlucci,Giorgio Ursini Ursic (dello Studio i) e Don Ed Hardy; da quell’esperienza nacque il testo “Dall’asino alla zebra”. A quel raduno internazionale parteciparono i massimi esponenti del mondo del tatuaggio di allora, da Kandi Everett a Horiyoshi III e Don Ed Hardy.