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Gli eventi per minorenni alla Bussola Versilia sono firmati Bussoland

Con Bussoland, gli appuntamenti OVER 13 in Versilia, continua l’espansione degli appuntamenti Bussola:

  • Eventi Bussola Versilia OVER 17 o OVER 18
  • Cene spettacolo, eventi Bussolotto e apericene della Domenica pubblico adulto
  • Appuntamenti Bussoland OVER 13 e UNDER 18

In questo modo, la discoteca della Versilia offre ognuno appuntamenti specifici per il suo target di età.

Info Bussoland

Evento riservato a pubblico over 13 e under 18

Ingresso in prevendita 15€ con consumazione analcolica
Tavolo 25€ a testa con drink o spumante analcolici

Bussoland: gli appuntamenti giovani in Versilia

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Bussoland è proprio questo, un enorme parco divertimento che ha l’onore e l’onere di introdurre al mondo dea discoteca i più giovani. Per farlo, tutto nella discoteca della Versilia è studiato per il pubblico OVER 13, così da garantire la sicurezza di ragazze e ragazzi e la tranquillità dei genitori.

Visto il target, durante gli eventi Bussoland non sono serviti alcolici

Pe realizzare tutto questo la direzione e lo staff della discoteca Bussola Versilia decide di rievocare un format simbolo degli anni 80, 90 e primi 2000: la discoteca domenicale pomeridiana. Un luogo di ritrovo, di socializzazione, delle prime esperienze relazionali e sentimentali.

Un format che parla di un mondo pre-social network tornato incredibilmente di moda, in una sorta di contro-rivoluzione tecnologica.

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Da sociologicamente.it di Arianna Caccia

La discoteca pomeridiana: un rituale di socializzazione di ieri e di oggi

La discoteca pomeridiana: un rituale di socializzazione di ieri e di oggi

Il rito della Domenica

Di recente, ho curiosamente scoperto che in diverse città, tra cui Rimini, Rovigo, Verona, Brescia, Cecina, Empoli si è verificata la riscoperta della discoteca pomeridiana con alcune varianti: situazione rivolta ai ragazzi tra i 14 ed i 18 anni con bar forniti esclusivamente di analcolici. Parlando con un amico e rimembrando i vecchi tempi, abbiamo affrontato il relativo discorso. Ebbene sì, quando eravamo giovani alle prime armi sociali, andare a ballare di domenica pomeriggio assumeva i connotati di un vero e proprio rituale, un appuntamento immancabile con tanto di preparazione. Per quanto concerne l’abbigliamento: per le ragazze, era variabile a seconda della tipologia in cui rientravano. Casual, tacchi ed abiti, imitazione Spice Girls e veline, sportivo, dark. Per i ragazzi, generalmente, sportivo e casual. Inoltre si iniziava a parlare della subcultura dei Gabber. Esistevano due situazioni musicali: commerciale ed house. Non mancavano momenti per balli lenti e dediche, elezione di Miss e Mister, divanetti utilizzati in modalità romantica. Se quei divanetti potessero proferire verbo, racconterebbero aneddoti di intere generazioni. Vi era la percezione che precisi orari in cui uscire corrispondessero ad un target adolescenziale. Una sorta di iniziazione, di passaggio verso l’età adulta, molto probabilmente vissuto anche dagli stessi genitori.

La riscoperta del vecchio

La discoteca assume i caratteri di evasione dalla routine, oltre che rappresentare uno dei molteplici canali per socializzazione ed aggregazione, dove i ragazzi esprimono il bisogno di lasciarsi andare, trasgredire, sentirsi parte di ambienti esclusivi, vivere esperienze plurime, esibirsi mediante status symbol, brand prestigiosi, di moda e di show off (mostrarsi agli altri). Adattare tale luogo, spesso ritenuto emblema di sperimentazioni di sostanze-psicoattive, su misura dei giovani (no alcol, no droghe) esplicita un tentativo di salvaguardarli, in favore della riscoperta del divertimento allo stato puro (e di nuovi guadagni per i proprietari dei locali). Ovviamente dagli intenti teorici alla pratica, potrebbero emergere delle discrepanze. In un periodo storico in cui le continue innovazioni tecnologiche impongono di riconsiderare costantemente i rapporti tra individui, anche alla luce delle possibilità offerte dalla comunicazione mobile e digitale, in cui gran parte delle relazioni sociali e dei processi di associazione passano attraverso questi mezzi, trasformando la quotidianità (Picchio, 2010), si è verificata una riaffermazione di una tendenza in chiave nostalgica. Nonostante i social siano sempre più utilizzati per comunicare, ridefinendo il concetto di aggregazione, emerge una riscoperta del passato. In tempi mutevoli e sfuggenti, come afferma la saggezza popolare, talvolta il “vecchio” risulta migliore del “nuovo”, vale a dire che emerge la necessità giovanile di uno scambio relazionale più autentico e vero, ammirando, per alcuni aspetti, gli anni Ottanta-Duemila.