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La Versilia secondo Gian Antonio Stella

Una fotografia d’autore della Versilia.

L’eminente giornalista e pluripremiato scrittore nel ’99 raccontò con il suo stile unico la costa più sognata d’Italia. Articolo apparso sulle colonne del Corriere della Sera, disponibile online sul suo archivio, www.DiscotecheVersilia.it te lo propone come piacevole lettura, a ben 14 anni da quando è stato scritto, e ti invita a scegliere la Versilia e i suoi locali per le tue serate e il tuo prossimo Capodanno. Per informazioni e prenotazioni:

Versilia, la riviera della trasgressione

versilia

Dalle docce di Anitona alle polemiche gay. Ma c’ e’ chi si lamenta: “Si e’ persa la voglia di giocare” In principio furono Peppa del Drago e Niki Pignatelli che si presentarono nude in groppa a due puledri per prendere un aperitivo alla Capannina. Da allora su queste spiagge coabitano tranquillita’ ed eccentricita’ . A volte con qualche tensione. Ma dal pittore Botero a Calisto Tanzi, da Massimo Moratti a Sarah Ferguson, la lista dei clienti fissi continua ad allungarsi Lontani pero’ i tempi in cui il rapido del venerdi’ sera era chiamato “il treno dei cornuti”. Adesso, spiegano gli esperti, le avventure regalano piu’ sesso ma meno sapore.

Per il compleanno del caro amico Forkie, un maiale assai perbene che vive in famiglia, lo scrittore americano Jay McInerney e la moglie Helen, disegnatrice di gioielli, hanno dato un gala’ indimenticabile. Narrano le cronache che il suino facesse un figurone “con le unghie tinte di rosa”. Americanate. Ma poteva la Versilia, con la fama di trasgressione che si trascina dai tempi in cui Peppa del Drago e Niki Pignatelli arrivarono nude in groppa a due puledri a prendere un aperitivo alla Capannina, fama involontariamente rinverdita l’ altra settimana dall’ isolamento dei promotori della protesta anti – gay, mancare all’ appuntamento con la celebrazione della bestia sozza che San Clemente indicava come il simbolo stesso della lussuria, le cui carni sono riservate “a coloro che vivono nella sensualita”? In alto i calici. La festa, organizzata da Paola Raffo e Mariella Poli, della galleria “Subbia” di Pietrasanta, si fa. Titolo: “Del porcello e delle sue delizie / Ipotesi per un monumento”. Ghiotta sintesi tra le opere di una fitta schiera di artisti che han trovato fonte d’ ispirazione nel porco, da Ivan Theimer a Mattew Spender, da Vito Tongiani a Floriano Bodini (e mancano purtroppo i Durer e i Bosch e i Miro’ e Warhol…) e la salumeria, esaltata dal saggio sul celebre lardo di Colonnata scritto da Romano Bavastro, che e’ andato a recuperare Eraclito e Omero, Ateneo e Giulio Cesare Croce, il quale nelle pause lasciategli dalla stesura delle avventure di Bertoldo e Bertoldino trovo’ il tempo di scrivere un pilastro della cultura occidentale: “Il Trionfo del porco”. “Non c’ e’ terra che ti dia l’ idea della liberta’ quanto la Versilia”, spiega Jean – Michel Folon, protagonista, con le sue sculture dell’ “Allee des pensees” allineate sulla piazza di Pietrasanta, dell’ avvenimento culturale dell’ anno insieme con la grande mostra dannunziana alla Versiliana: “E’ una cosa magica. Che respiri nell’ aria”. La stessa che ha attirato Fernando Botero, il grande artista che qui ha deciso di trasferirsi e che si diverte come un matto, tra la creazione di un ciccione e di una cicciona, a ballar il samba con le formose ballerine carioca arruolate per le feste private in villa. Gli anni delle trasgressioni, delle rotture traumatiche del senso del pudore, delle notti spericolate, pero’ , al di la’ delle polemiche di oggi, sono da tempo un ricordo. “Prima questa terra ruggiva, adesso bela”, spiega Aldo Valleroni, cronista degli anni d’ oro e autore del libro “Versilia anni ruggenti”, uno strepitoso reportage su un mondo che non c’ e’ piu’ . Un mondo dove la Capannina, chiusa all’ inizio della guerra perche’ i carabinieri avevano beccato Ettore Muti che contro ogni regola sul razionamento aveva organizzato un’ abbuffata con gli amici (e inutile era stato il tentativo di spacciare una vitella scuoiata per un “somaro morto di fame”), riapriva i battenti salutata dalle rime del conte Boni: “La Capannina diventa capanna / si tinge le labbra / s’ allunga la gonna / non e’ piu’ ragazza ma donna”. Piero Angela, in attesa di scoprire l’ ornitorinco e il quark, faceva il pianista col nome d’ arte di “Peter Angela”. Giancarlo Fusco, non avendo i soldi per i calzini, si pitturava di nero le caviglie. E Gianni Agnelli, quando tirava tardi sgommando con la Topolino e trovava sbarrata dal padre la porta della villa di famiglia poi incorporata nell’ attuale hotel Augustus, andava a rimediare una branda sul retro del celebre night – club. E il treno che arrivava da Milano, ricorda Valleroni, era detto “il treno dei cornuti” perche’ “oggi fanno sesso le servette e le parrucchiere ma allora si scatenavano le signore e c’era pietanza e contorno per tutti. E all’alba finivano tutti nudi a far l’ amore sulla spiaggia e non c’ erano confini di nessun genere, ne’ di sesso ne’ di spesa perche’ tutti quelli che avevano i soldi, ed erano tanti, spendevano come matti”. Anche i gay spendono. E Alessio De Giorgi, dell’ Arcigay toscana, ha gioco facile a sostenere, sulla base di un’ indagine, che oggi non c’ e’ cliente migliore: “Oltre il 40 % guadagna oltre 75 milioni l’ anno, il 79 % fa almeno due vacanze nell’ arco dei dodici mesi, il 90 % va al ristorante due volte la settimana e il 70 % frequenta bar e discoteche con assiduita’ superiore alla media”. Quelli che la settimana passata han cercato d’ impedire lo show organizzato dall’ Arcigay a Torre del Lago, pero’ , se ne infischiano. Dicono anzi che, “se non ci fossero quelli li”, ci sarebbe il pienone di famigliole che invece “se ne stanno alla larga”. E contestano tutto. Dalla veridicita’ della lista dei bar, ristoranti, antiquari, barbieri e night (tra cui gli ormai famosi “Frau Marlen”, “Barrumba”, “Bocachica”) che hanno accettato d’ essere inseriti come “amici dei gay” nel progetto comunale “Friendly Versilia” alla ricostruzione della cagnara data “dai giornali di regime in modo tale da averci messo contro perfino An”, dall’ inserimento del loro paese nelle guide gay del mondo all’ immagine offerta da mass media stranieri tipo il “Times”, che contestando la decisione di Tony Blair di far le vacanze a San Rossore ha descritto queste pinete come infestate da “centinaia di puttane e travestiti”. Rodolfo Del Cima, padrone d’ un cinema all’ aperto e promotore dell’ idea d’ una “cittadella dell’ amore dove almeno quelli se ne stiano da parte”, e’ in guerra da anni con “questi omosessuali che spadroneggiano sbaciucchiandosi davanti ai nostri figli”. E Franco De Rossi, un imprenditore invelenito con “quei depravati ches’ accoppian sulla spiaggia”, dice d’ avere raccolto (“alla faccia di chi dice che in piazza c’ erano solo fascisti quando invece c’ erano pure comunisti e diessini e popolari e apolitici”) migliaia di firme a favore del comitato che presiede e che vuole dare al fenomeno una regolata: “Ho tanti amici negri. E me ne vanto. Non sono razzista. Ma un padre di famiglia qui non campa. Non diciamo “via i gay”: pero’ non accettiamo d’ essere identificati con loro. Questi voglion colonizzare Torre del Lago e farla come Manhattan, che ormai e’ tutta gay. Vogliamo contarci? Prontissimi. Il 5 settembre faremo una manifestazione pacifica contro la colonizzazione. E ci saremo tutti. E poi, visto che su questa cosa ha dovuto dimettersi il consiglio circoscrizionale, ci conteremo al voto di novembre. Li’ si’ , sara’ un referendum: o noi o loro”. “Ma per favore! La Lecciona era una spiaggia dove non andava nessuno e il caso di Mikonos, che prima che ci andassimo noi era la piu’ sfigata delle isole greche e ora e’ amata da tutti, “famigliole” comprese, dovrebbe far capire che i gay sono una buona carta da giocare – dice Alessio De Giorgi -. Piu’ che il nudo in spiaggia credo dia fastidio il fatto che qui si dimostra che siamo tantissimi. Anzi, tutto ‘ sto casino ci ha fatto pure pubblicita’ . Al sabato sera le strade sono strapiene di gay e di lesbiche. Comunque, siccome il nudo e’ proibito e noi la legge la vogliamo rispettare, abbiamo fatto un opuscolo con qualche raccomandazione”. Titolo: “Il bon ton del / della perfetto / a villeggiante gay / lesbica di Fine Millennio”. Ovvero un manuale per essere (“con tutta la vostra collezione di pareo, tanga leopardati, occhiali tempestati di strass e prendisole di pizzo”) delle “Reginette della spiaggia”. Lo ha scritto Vanessa Dell’ Arno ed e’ messo giu’ con un’ ironia da far montare ai nemici il sangue alla testa. Basta leggere l’ invito (“prima di farlo li’ pensate a vostra madre”) a evitare gli accoppiamenti sulla spiaggia: “Il sesso e’ una cosa splendida ma pensate a cosa accadrebbe se tutti apprendessero le vostre eccezionali tecniche amatorie apprese in tanti anni di “duro” tirocinio! Quindi siate abbastanza astute da non mostrare a tutti i vostri numeri migliori”. Meglio farlo a casa: “e’ piu’ igienico, piu’ confortevole e piu’ chic”. “Figurati! I gay! E sarebbe quella la trasgressione?”, sbuffa l’ architetto Tiziano Lera: “Ma se ce n’ erano anche trent’ anni fa!”. Bel tipo, l’ architetto. Capelli lunghissimi e bianchi, barba, camicia aperta sul villoso petto, ciondolone apache con teschietto e gardenia, vive in una specie di zoo con furetti, pappagalli, gatti, rane e uccelli vari, scrive versi di canzoni tipo “Manitu’ aiutaci tu / Manitu’ aiutaci tu” e ha disegnato un po’ tutte le discoteche della zona, fino a guadagnarsi il soprannome di “la febbre del sabato Lera”. La trasgressione, quella vera, dice, stava nel “rotolare della vita” d’ una volta, nei “risotti di Carletto alle quattro di mattina”, nell’ aspettare l’ alba quando gli altri andavano a letto mica come adesso che “le discoteche aprono all’ una perche’ i ragazzi si muovono allora…”. Angelo Bonuccelli, gestore del mitico Gran Caffe’ Margherita, li conosce bene quei ragazzi. Li vede alla “Costa dei barbari”, il locale che ha giu’ alla Marina: “Gli affari vanno bene, vendo tantissima birra, non avrei il diritto di lamentarmi. Ma ogni volta che vado li’ sto male. Bevono, bevono, bevono. Attaccano briga per niente, si pestano, vomitano, pisciano nei lavandini e la mattina li devi raccogliere sfatti sul pavimento. Hanno troppa violenza, dentro. E hanno perduto la cosa piu’ bella che avevamo noi: la voglia di giocare. Giocare con tutto. Se una ragazza improvvisa uno spogliarello sono cosi’ sfatti che manco si girano”. A farla corta: “Ancora ancora c’ e’ piu’ trasgressione su, tra la bella gente di Forte dei Marmi”. Gherardo Guidi, che possedendo i “Bagni Roma Levante”, la “Bussola” e la “Capannina” ha il miglior punto d’ osservazione possibile sul bel mondo, dice che non e’ mica vero: “Se c’ e’ una cosa che noto, col passare degli anni, e’ che cresce il senso del pudore”. Per i 70 anni della Capannina ha organizzato, spiega l’ ufficio stampa, “la festa del millennio”. Con l’ obiettivo di radunare il fior fiore di quel jet – set che (come dice un sondaggio tra mille vip) ancora riconosce al “Forte”, alle sue spiagge larghe, alla sua riservatezza, alle sue ville immerse nel verde, il rango di posto chic inferiore soltanto a Portofino. Dove sono clienti fissi Calisto Tanzi e il principe gaudente Carlo Giovannelli, Massimo Moratti e la moglie Milly, Niccolo’ Pontello e i Branca di Romanico e anche Gaddo della Gherardesca e la Ferguson. “La duchessa di York diventera’ contessa di Castagneto Carducci?”, si chiede un settimanale popolare: “Il mondo resta col fiato sospeso in attesa dell’ annuncio”. Per Sarah? Sara’ . Difficile, pero’ , che “la scandalosa Fergie”, se anche si facesse versiliana, possa fermare il respiro del Forte quanto la Ekberg alla festa d’ addio al celibato d’ un famoso rampollo torinese, quando, in piedi su un tavolo, l’ Anitona si tolse tutto e comincio’ a versarsi addosso bottiglie di champagne ghiacciato, mentre i giovanotti intorno…
Prima di addentrarsi nei misteri della scienza, Piero Angela faceva il pianista in Versilia con il nome d’ arte di “Peter Angela” RICORDI E’ il 1926 e sulla spiaggia di Forte dei Marmi l’ obiettivo fissa bagnanti e pescatori che si dividono arenile e battigia ANITONA Anita Ekberg negli anni Sessanta incantava la riviera e la scandalizzava con i suoi spogliarelli

Stella Gian Antonio

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